Da diverse settimane nel settore automobilistico non si fa altro che parlare della presunta scomparsa nel giro di pochi anni dei motori a gasolio. Dopo le dichiarazioni della Germania, che con una sentenza del tribunale amministrativo federale di Lipsia ha dato libertà ai municipi di vietare l’utilizzo delle vetture diesel – colpevoli di inquinamento – e di altre cause automobilistiche come Renault e FCA, che hanno deciso di abbandonare il gasolio rispettivamente nel 2020 e nel 2022, il destino di questa motorizzazione sembra davvero segnato.
Ma sarà davvero così? Può il motore leader assoluto in Europa (con quote di vendita al 53% e ben 55,2% in Italia) scomparire così?
Non è questo il parere di Volkmar Denner, CEO del Board of Management della multinazionale tedesca Bosch, la maggiore produttrice mondiale di componenti per autovetture. “La nuova tecnologia Bosch – afferma Denner – ha fatto registrare emissioni di ossidi di azoto record, inferiori ai valori limite attuali e a quelli che entreranno in vigore nel 2020” (ovvero 13 milligrammi di ossidi di azoto al chilometro a fronte di un valore massimo previsto di 120 milligrammi). “Grazie alle ultime innovazioni tecnologiche di Bosch, il motore diesel diventerà una soluzione a basse emissioni economicamente vantaggiosa”.
Dello stesso parere anche il CNR, che, in base ad un confronto tra i moderni motori diesel e auto elettriche presentato nel corso della Conferenza stampa dell’UNRAE, l’Associazione delle Case automobilistiche estere, in occasione dell’Automotive Dealer Day di Verona (15-17 maggio 2018), i nuovi motori a gasolio riescono inoltre a gestire gli ossidi di azoto, i famigerati NOx, molto meglio, contenendo le emissioni entro i limiti imposti dalla legge. Inoltre, i veicoli elettrici inoltre dispongono di batterie soggette ad usura che dopo un certo periodo di tempo vanno sostituite e di conseguenza smaltite, creando così nuova CO2.
Dunque, il destino del Diesel non sembra poi così segnato…